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martedì 26 giugno 2012

IL CAMINETTO

DOVE: Via Casati 22 (MM Repubblica MM Porta Venezia), tel. 0229525319

QUANTO: primi 6 euro, secondi 7 euro, menù 10 euro

PER: tanta, ma tanta tristezza

DA PROVARE: niente è buono, niente è cattivo

Al Caminetto di via Casati non torneremo più. Non che ci siamo trovati male eh, ma ci ha pervaso una di quelle tristezze tendenti al malinconico, che poi non vanno via nemmeno col gelato. Loro sono gentili, e ce la mettono tutta, ma più ci provano e più la mestizia aumenta e vorresti dire basta, per favore, mi servo io, grazie, con una faccia come quella del pierrot. 

Al Caminetto di via Casati quando entri, sulla destra hai il frigo delle bibite, sulla sinistra la vetrinetta da cui sceglierai il tuo pranzo. Fanno cucina italiana, come recita una scritta impressa sulla vetrina. Oggi c'erano pasta al pesto, paccheri al sugo, scaloppine, grigliata mista con contorno di quello che ti pareva, pollo fritto e così via. Niente di entusiasmante, ma soprattutto quantità non proprio pantagrueliche. Abbiamo mangiato in silenzio nei nostri piattini scarni, mentre i clienti abituali (che si riconoscevano in quanto tali proprio per la tristezza emanata) pasteggiavano porzioni ben più abbondanti e concludevano con un'anguria. Ma ragazzi, non scherziamo. L'anguria è un frutto felice, che ricorda il mare, la spiaggia, il sole e i cappellini di paglia di quando si è bambini. Lì al massimo ci sta una mela grattugiata con zucchero e limone e via al lavoro. 

Io ho testato la grigliata mista con contorno. Erano tre pezzetti di carne porzione elfica con un po' di erbette bollite (buone). Stavo per addentare il primo boccone, quando il proprietario (o almeno, quel signore che la donna dietro al bancone chiama papà) mi si è avvicinato carezzandomi il braccio e chiedendomi se andasse tutto bene. Consigliandomi inoltre di mettere dell'olio e del pepe e del sale sul tutto. L'ho ringraziato, sperando finisse molto presto quel momento, ma poi lui è tornato con un cucchiaio carico di finocchi che mi ha riversato sopra le erbette, facendomi, effettivamente, un favore. Poi si è allontanato di nuovo ed è tornato una terza volta alla carica con il parmigiano, tentando di mettermelo sopra le verdure e niente odio più del parmigiano sopra le verdure cotte, mi sa di influenza intestinale. Allora ho implorato pietà e lui ha desistito. 

Piatti di ceramica, bicchieri e tovaglioli di carta, tovaglia di stoffa ma ricoperta da tovagliette di carta, again. Uno strano coperto, dal sapore postmoderno (che è una parola che non ha mai voluto dire niente, quindi la metto qui, dato che tutto sommato ci sta). Abbiamo preso un caffè e ci siamo diretti alla cassa. Là il papà ci attendeva al varco. Ci ha fatto pagare e poi ci ha chiesto: volete lo scontrino? La ricevuta? Perché giustamente è un optional. Pertanto abbiamo optato per il simpatico scontrino. Segnala il numero di telefono e la via. Un reminder importante che ci dirà sempre e solo: a mai più.

p.s. Come potrete constatare, per la prima volta, non ci sono fotografie. A nessuno è venuto in mente di scattare, forse per non voler immortalare quel momento. E se cercate qualche immagine su internet non troverete nulla. Ma credeteci, il Caminetto esiste, e vi aspetta a braccia aperte, come l'Overlook di Shining. 

6 commenti:

  1. Non ci posso credere! Ci volevo andare da una vita...che delusione. Non è che oggi eravate un po' inversi? Leggendo la recensione colgo un'atmosfera un po' da casa della zia che non è del tutto da cestinare, magari è solo un po' fané.

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  2. Eh, no, ci siamo stati ieri ed eravamo tutto sommato di buon umore. Ricordavamo che avresti voluto provarlo. Li avresti disintegrati. E poi a casa di mia zia non è così!!!

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  3. Che ridere :) io francamente non vivo a milano e di conseguenza non mi interessa lontanamente sapere dove andare a mangiare, pero' vi leggo per pura simpatia, sono normale? :)

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  4. Una recensione carica di spensierata crudeltà.

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