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mercoledì 30 gennaio 2013

LO STUZZICHINO


 DOVE: Via Porro Lambertenghi, 13 – zona Isola mm Garibaldi

QUANTO: da 5 euro

PER: chi ha nostalgia di casa

DA PROVARE: la paella


Forse vi sarà già capitato più e più volte di passare davanti allo stuzzicchino, di spiarne gli interni dalla vetrina, di osservare quell'articolo del Corriere della Sera appeso alla porta che decanta la paella del locale. Molto probabilmente ci avrete pensato su, e mormorando “sì, una volta lo voglio provare” sarete tornati indietro a mangiarvi una pizza al Nisida. Ignavi! È vero, serve un po' di coraggio per entrare e affrontare l'atmosfera triste che regna lì dentro e la gentilezza massiccia della proprietaria, che sembra sempre scusarsi in anticipo non si sa bene di cosa, ma ne vale la pena. In primo luogo perché la paella è veramente buonissima e poi perché anche a pranzo offre un menu vantaggioso a 9 euro e tantissimi piatti (primi sui 4,5 euro, secondi dai 6 agli 8). In più una volta pranzato o cenato lì vi sentirete a casa e tornarci sarà un dovere morale. Lo stuzzichino sarà come quella vecchia zia che abita fuori porta che almeno una volta l'anno va salutata. E anche l'ambiente sembra un po' quello, pareti bianche per lo più vuote, con stampe appese senza criterio (ce n'è anche una indianeggiante!), pavimento in linoleum stile palestra, pale del ventilatore sopra di voi, tovagliette di carta – le stesse della sagra paesana –, porta del bagno cigolante e sapone per le mani ancora nella confezione del supermercato. Detto questo serve aggiungere che il locale è a conduzione familiare?
A pranzo assieme al menu vi arriverà un blocchetto di fogli con carta carbone (sì, esiste ancora anche se non si vedeva dalle scuole elementari!) così con i vostri tempi potrete scegliere e scrivere la comanda. l pesce con le verdure è super light, le tagliatelle al ragù molto basic, la cotoletta e le orecchiette però sembravano sublimi. Insomma, il cibo è buono, ma non porco, diciamo che assomiglia molto a quello che vi potreste preparare da soli, con la differenza che qui non dovrete muovere un dito.
Due parole le merita la paella, servita nella consona padella nera, colma di verdure e pesce. Slurp! La porzione è parecchio abbondante, quindi ve la sconsigliamo a pranzo, anche perché ci mettono un bel po' a portarvela per cui rischiereste di dover trasferire il vostro ufficio lì almeno per il primo pomeriggio o di fare un'indigestione di Ruzzle.

Chiudiamo con un gossip e sputtanandoci un po'. Ovviamente i primi ignavi siamo noi, una sera però dalla vetrina abbiamo scorto una simpatica tavolata con tanto di Baustelle, per cui non abbiamo resistito e siamo entrati. Da quella volta siamo diventati fan dello stuzzichino, a tutte le ore.

martedì 29 gennaio 2013

DA MIMMO


DOVE: Via Privata Alfredo Albertini 2 (Sarpi)

QUANTO: da 5,30 euro

PER: pizzalover

DA PROVARE: la pizza!


Siete in Chinatown e un languorino vi coglie. Guardatevi intorno. Se la salsa di soia vi ha nauseato non sentitevi spacciati, girate un attimo l'angolo e andate a fare un saluto a Mimmo: sarete sicuri di mangiarvi un buon trancio di pizza e di saziarvi con un solo Sodexo.
Se appena varcata la soglia vi sentirete in terra franca, basteranno i primi due respiri di sollievo a farvi ricredere. Perché sì, avrete evitato l'ennesimo maglione macchiato dalla vostra incapacità con le bacchette, ma l'odore di cibo non sarete riusciti a evitarlo, quello vi accompagnerà per tutto il pomeriggio.

Appena entrati guardate la colonna di fronte a voi, quello è il menu di riferimento se volete sedervi. Margherita 4,30, farcita 5,30, funghi più salame 5,80. Io mi ero lanciata su una gordissima funghi più salame ma la gentile cameriera mi ha portato la margherita e ho deciso di accontentarmi e di scontentare i miei brufoli. Ho visto però che le farcite, sono farcite davvero, con un bell'ottanta grammi di prosciutto e una badilata di funghi o di acciughe. La margherita basic potrà infatti essere agghindata con pochi semplici ingrediente, che verranno aggiunti a freddo: il salame (dolce o piccante), i funghi, il prosciutto, le acciughe e poco altro.
A mezzogiorno la clientela è piuttosto varia e il locale si riempie, se mangiate soli potrete avere l'illusione di avere compagnia perché molto probabilmente vi assegneranno un posto su uno dei lunghi tavoloni, con anche il ripiano sotto il tavolo che tanto ricorda i banchi di scuola. Io ho avuto il piacere di accompagnare il mio trancio con una lezione sui costi dei box e dei posti auto nel centro di Milano, vabbè magari voi sarete più fortunati.
C'è anche un piccolo privé, una saletta nascosta – probabilmente riservata ai frequentatori più intimi – che ho scoperto nel tentativo di raggiungere il bagno.
Non ho ancora individuato Mimmo, ma so per certo che è un gran viaggiatore perché appese alle pareti ci sono le fotogravie di tanti viaggi, luoghi esotici e remoti che probabilmente voi non vedrete in tutta la vita. Groenlandia (lui ci è pure andato più volte nel 2004 e nel 2009), Namibia, Patagonia...
Possiamo anche pensare che Mimmo sia un semplice abbonato del National Geographic o che abbia un cugino biologo, ma preferisco pensare che quelle mani che impastano la pizza abbiano infranto ghiacci polari, toccato cactus alti come sequoie e accarezzato lemuri.

Quando andrete a pagare in tutta fretta, perché sentendo l'influenza cinese vi sarà venuta voglia di tornare al lavoro prima o più probabilmente di andarvi a comprare un finto Ipod touch per la bellezza di 7 euro, date uno sguardo dietro al bancone: vi attendono sciarpe dell'inter, tazze dell'inter e vino dell'inter e una ricevuta fatta a mano come quelle del parrucchiere.




mercoledì 23 gennaio 2013

GIANNINO L'ANGOLO D'ABRUZZO



DOVE: Via Rosolino Pilo 20 – mm Porta Venezia

QUANTO: primo 6,50/secondo 8,50.

PER: magnoni

DA PROVARE: tutto!


Vi siete sempre chiesti dove vanno a mangiare tutti quegli uomini in abito grigio, camicia bianca e cravatta, quelli con una bella panzona che prima di entrare al ristorante si allentano la cintura di un buco, che ordinano sempre più di una portata, il caffè e anche il grappino, che salutano il gestare dandogli del tu e parlando degli ultimi risultati del calcio. Bè, quelli vanno da Giannino.
Si accasciano sulla sedia come se arrivassero da Timbuktù a piedi e si gettano sul menu come se fosse l'abbraccio della loro vecchia nonna risorta per l'occasione.
Non stupitevi se la percentuale di donne nel locale non supera il 5% o a volte nemmeno il 3, c'è una logica spiegazione e ve ne accorgerete quando arriverà il vostro piatto: le porzioni. Non sono certo porzioni da femminuccia! I piatti di pasta per esempio sono almeno 150 gr, altro che dieta.
Nel mio immaginario l'Abruzzo è una regione tutta boschi – addirittura con qualche orso bruno – mi sembra quindi più che normale che dopo aver faticato a tagliar pini, cercare funghi e rastrellare il sottobosco sia necessario riacquistare le forze con della gran carnazza, del vino rosso e più in generale con quantitativi generosi. Ed è proprio quello che accade da Giannino l'angolo d'Abruzzo, anche se volendo essere pignoli è più l'angolo di via Melzo.

Il locale è molto piccolo in apparenza, perché vanta delle altre sale che io non sono riuscita a geolocalizzare. Noi abbiamo visto solo degli accoglienti tavoli di legno ricoperti dalle classiche tovaglie a scacchi bianchi e rossi, uno stuolo di camerieri (forse sudamericani) rapidissimi e abilissimi a non incrociare il tuo sguardo, e la superba edera di plastica sulle pareti. Ci teniamo a farvi notare che sul soffitto, quello a pannelli quadrati che tanto ricorda l'aula d'informatica delle medie, l'edera era disposta a spirali, una per pannello.

I piatti proposti comunque sono spesso belli pesi (e non tutti necessariamente abruzzesi), quando ci siamo andati noi abbiamo tentennato tra tagliatelle al ragù e mezzemaniche alla Norma (poi risultate vittoriose!), mentre tra i secondi ha avuto la nostra approvazione la polenta con zola e ragù (abruzzese), anche se l'arista al forno non sembrava niente male.
Appena avrete ordinato non lasciatevi tentare dalle fette di pane che già riempiono il cestino accanto a voi, pazientate un secondo perché vi verrà portato un altro cestino pieno di altrettante fette però colanti d'olio d'oliva. Una manna, che però vi renderà quasi impossibile l'impresa di finire tutto. Per fortuna non dovrete attendere molto, i piatti arriveranno subito.
Le mezzemaniche erano davvero buone, le melanzane belle fritte, il pomodoro dolce al punto giusto e il formaggio impastava il tutto perfettamente. Se non avessi avuto un altro impegno per cena avrei chiesto la doggy bag per portarmi a casa la metà che ho avanzato (non temete a chiederla nessuno strabuzzerà gli occhi o storcerà il naso). Anche la polenta era molto gustosa e la si mangiava con una certa soddisfazione, quella che si ha in rifugio dopo aver salito e disceso le cinque montagne vicine affrontando i pericoli della pista nera.
Peccato che noi avessimo a malapena disceso due rampe di scale.
Se non riuscirete a finire il piatto preparatevi a sguardi interrogativi e a richieste di rassicurazione sulla sua bontà, se invece avete mangiato vi sfidiamo ad alzarvi, ma solo dopo aver chiesto il conto al tavolo, perché qui funziona così, lo dicono i cartelli alle pareti.
Buon pisolino, ne avrete bisogno.