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venerdì 9 novembre 2012

SU GARDEN


DOVE: Via Carlo Tenca, 12 – mm Repubblica, tel. 02 36.74.63.63

QUANTO: da 8 euro

PER: fusi

DA PROVARE: tagliatelle Phai - Thai



Erano giorni che tenevamo d'occhio questo nuovo ristorante orientale, era spuntato all'improvviso proprio come mio padre quando sono davanti al computer. Una ghiotta opportunità per segnare il territorio e soddisfare i nostri palati gialli! Anche la giornata era perfetta per l'occasione: un pranzo di addio reso ancora più grigio da un tipico cielo frigido milanese.

Eccoci davanti al Su Garden, proprio a fianco dell'inquietante ma bellissimo studio di tattoo di Pietro Sedda. Entriamo, un po' intimoriti dal nero e dal design degli interni, ma doppiamente coraggiosi, visto che ancora non sapevamo se accettassero i buoni pasto.
Ebbene si, eravamo i benvenuti, e gioiosamente ci siamo seduti, affamati come sempre. Attenti però  perché alle 13.15 i tavoli erano quasi tutti occupati da molte cravatte e qualche giovinastro lavoratore, quindi se siete in tanti vi conviene prenotare.
Eravamo in modo meditativo e la solennità del luogo continuava a farci pensare a questa grande verità: il bello della pausa pranzo a Milano è permettersi di giocare a fare i ricchi, avvicinarsi ai ristoranti che al calar del sole diventano decisamente un lusso.

Con l'acquolina in bocca abbiamo aperto il menu, convinti di trovarci maki, uramaki, sashimi e cirashi a volontà. In pochi attimi l'amara presa di coscienza: il beneamato sushi che già pregustavamo si è trasformato in un involtino primavera. "Orientale" stava per "cinese" e nient'altro.
La delusione c'è stata, ma ci siamo subito ripresi sfogliando il menu.
Ben 22 proposte per rinfrancarci il morale. In quel momento ci è sembrato il ritratto dell'opulenza, ma guardando il menu a stomaco pieno in realtà la scelta si riduceva a semplici abbinamenti di: involtino primavera (molto buono e grandicello), un classico riso cantonese abbastanza delicato (in un paio di combinazioni sostituito dalle buonissime ma ritardatarie tagliatelle Phai Thai) e un secondo a scelta tra i classici cinesi – niente di che, sia come originalità delle ricette che come fragranze. Tutti intorno ai 10 euro, i più esuberanti 14, compreso anche il coperto, mezzo litro d'acqua e il caffè.
Ora che ci facciamo caso ci hanno portato solo 2 bottigliette in 7 persone, costringendoci a razionare come non si faceva dalla guerra franco-prussiana e a soffrire poi di sete-da-soia. Non erano pero acque qualunque, ma Panna e San Pellegrino in vetro, che ricordano tanto le visite alla nonna e l'omino sull'apecar.

In definita l'ambiente è abbastanza accogliente, il servizio discreto ma un po' apprensivo. Felici, ma non troppo, siamo tornati alle nostre mansioni pomeridiane consapevoli che non può friggere per sempre.

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