DOVE: Via
Stazio, 18 ang. Via Padova – mm Pasteur, tel. 022610226
QUANTO: a
partire da 2,5 euro.
PER:
egiziofili
DA PROVARE:
il mix di verdure con riso o bulgur
Karboush è
all’angolo tra via Padova e via Stazio, ed è anche nell’angolo più multietnico
di Milano. Qui la concentrazione di kebabbari è davvero elevatissima – forse
superiore ai cinesi in Chinatown – e noi ogni volta ci chiediamo se il primato
spetti a via Padova o a viale Monza. Qualcuno vuole azzardare una risposta?
Ci dicono
che il kebab di Karboush sia molto buono, forse uno dei più buoni, e viene via
con 2,50 euro, ma noi dinanzi alle ghiottonerie della vetrina abbiamo deciso di
lanciarci in un pranzo più opulento.
Il bulgur
era finito – ma l’avevamo assaggiato in precedenza ed era ottimo – quindi al
suo posto abbiamo preso del riso (stipato in una scodella gigante con il
mestolo!) da accompagnare a polpette di carne (non si riesce a saperne di più),
pollo giallo con peperoni cipolle e mix di verdure (sugosissime e belle unte)
che comprendeva anche foglie di vite e zucchine ripiene. Ci siamo accomodati fuori,
protetti da tre cespugli di “millicucchi”(nome ragusano) una pianta che cresce
in tutta la zona Mediterranea e che in questo angolo di Milano ha trovato il
suo habitat.
Per goderci
al meglio la giornata assolata avremmo voluto ordinare una birra ghiacciata, ma
è a dir poco impossibile perché al Karboush sono musulmani mooolto praticanti –
diciamo solo che all’interno vengono trasmessi versetti del Corano! – e non
troverete una goccia d’alcol nemmeno nello spruzzino per pulire i vetri.
Alla nostra sagace richiesta di birra si sono corrucciati, ma mai quanto alla domanda “possiamo
pagare con la carta? E con i buoni?”. Questo dev’essergli sembrato il vero oltraggio perché
hanno cessato di guardarci con bonario stupore e hanno iniziato a parlare
arabo. A quel punto è stato difficile capire quanto costassero i piatti (dai 5 euro delle polpette e
dei maccheroni al forno [questi meritano una parentesi quadra perché sono stati
una vera cafonata italiana, però a nostra discolpa non era rimasto molto!] agli
8 euro). Non ci hanno messo in conto l’acqua o forse sì, non ci
hanno fatto conti separati, ma a uno di noi sì. Io dovevo prelevare da giorni e per pagare sono ricorsa anche a tutte le monete di rame, mi sono bastate, quindi il pranzo non è stato per niente caro, soprattutto per cotanta bontà.
La tensione alla cassa è stata subito stemperata e annegata da un tè caldo alla menta – che ci aspettavamo simile a quello marocchino, in realtà è da zuccherare a parte e non ha la menta fresca – e degli ottimi milkshake alla banana al sapore d'infanzia felice – che avevamo adocchiato al tavolo accanto e credevamo una tipica bevanda bianca chiamata forse "stum". Per favore, provatelo il milkshake, fatelo per noi.
Al Karboush si stacca veramente, al punto da pensare di essere al Cairo in vacanza, la gente si rilassa, fuma il narghilè alla caramella (questo l'odore che sprigionava), si muove lenta e chiacchiera. I camerieri invece (che spesso sono al contempo cuochi-cassieri-giardinieri) sono i soli che escono e rientrano continuamente dal locale agitandosi e sfoderando magliette sempre più sudate sulle pance.
Che altro dire del Karboush? Lì non ci si va, ci si butta. Ed è molto, molto bello.
Che altro dire del Karboush? Lì non ci si va, ci si butta. Ed è molto, molto bello.
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