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lunedì 30 luglio 2012

BAR BIANCO


DOVE: Giardini di Porta Venezia, a.k.a. Giardini Indro Montanelli (MM Palestro, MM Porta Venezia)

QUANTO: panini 3,50, insalate 6 euro

PER: prendere aria 

DA PROVARE: la crema bigusto, per il suo forte sapore evocativo

Quando dici Bar Bianco, pensano tutti al pretenzioso chiosco di Parco Sempione. Due bar, due parchi, e, a quanto pare, nessun grado di parentela. Benvenuti al Bar Bianco di Porta Venezia. Sì, quello che incroci entrando dall'ingresso di Palestro, quello di fianco alla giostrina che scampanella ogni due minuti e ai bambini che arrancano sulle loro bici con le rotelle. Quello che è sempre aperto e che nei giorni estivi, a pranzo, si riempie subito, anche se il meglio di sè lo offre al mattino verso le undici, quando il caldo non è ancora insopportabile e potete incrociare le più incredibili razze di cane.

Il Bar Bianco di Porta Venezia non offre niente di speciale, a parte la location. Verso l'una c'è una certa folla nei pressi della cassa, e tutti sono piuttosto di fretta. Siamo in un parco, è vero, ma pur sempre a Milano. Date un occhio alla vetrinetta e scegliete. C'è roba senza pretese (e spesso con poco sapore). Panini, qualche pizzetta che sembra lì da sempre, insalate nel contenitore di plastica, insalate di pasta o riso (povere, come quelle che ci si fa a casa d'estate quando la voglia di vivere è andata in vacanza, beata lei) e così via. I prezzi sono nella media, e non vi troverete male. Potrete intrattenervi con i vostri colleghi, oppure con i passerotti, vedete voi.

Se vi capita di passare prima di pranzo, soprattutto nei giorni di maggio (quelli in cui il mondo sembra rinascere e i marmocchi sono ancora a soffrire sui banchi), troverete personaggi molto interessanti. Nei tavoli di ferro a griglia (che non vi permettono di tenere in piedi una bottiglietta d'acqua e che vi fanno precipitare le bustine di sale sulle scarpe) con panchine uguali, non è infatti raro trovare giocatori di scacchi, di ogni età e provenienza. Gli scacchisti più spietati sembrano quelli dell'est, ma ci sarà sempre un anziano italiano e burlone pronto a presiedere il match, e causa di forte irritazione da parte dei giocatori. L'anziano fuma, beve grandi quantità di caffè o calici di bianco e poi, verso mezzogiorno, si ritira perché inizia Forum. Non gioca quasi mai, dato che probabilmente non sa giocare, ma di rado rifiuterà una partita a briscola a chiamata. Quindi chiamatelo, verrà.

Il Bar Bianco, al suo esterno, offre macchinette che vendono palline con sorpresa. Un euro per chi vola basso, due per chi ha deciso di regalarsi qualcosa di speciale. Esistono da sempre, e da sempre deludono qualunque bambino, ma non smettono mai di emanare fascino. Vorremmo consigliarvi una cosa: la crema bigusto. Si trova tra i dessert ed è una di quelle creme al latte e vaniglia o latte e cioccolato. Affrettatevi a scegliere quella in cui il cacao non domina la vaniglia e viceversa, sono le prime ad andare a ruba. Ricordano un po' l'infanzia, un po' certi antibiotici. Che poi spesso le due cose coincidono. Un giorno di tanto tempo fa il mio amico Giovanni illustrò una crema bigusto, e mi regalò la sua opera. Eravamo un po' più giovani e colmi di speranze di ogni genere. La metto qui, e sospiro. 



venerdì 27 luglio 2012

LA SCHISCIA DI PIZZU

Oggi è Giuseppe che parla, e ci consiglia un piatto eccezionale. Sostiene che il giorno dopo sia anche meglio. Mah.


CANTONESE DA STRAPAZZO


INGREDIENTI per 1 PERSONA:
80 grammi di riso basmati (ma vista la raffinatezza del piatto, qualunque riso andrà bene)
1/2 porzione di 4saltinpadellafindus (quindi 2saltinpadella) prosciutto cotto e piselli
1 uovo
parmigiano 


Mettete a bollire il riso. Nel mentre fate cuocere l'ingrediente speciale, i 4saltinpadella e un paio di minuti prima che siano pronti buttateci l'uovo e strapazzatelo ben bene (lo chef consiglia di farlo insieme per non sporcare due padelle). Scolate il riso e buttateci il condimento. Ora il tocco di classe: grattugiate abbondante parmigiano e mantecate il tutto. Aggiungete un po' di pepe. Una volta giunti in ufficio mettetelo in frigorifero, prima che qualche maniaco della pulizia lo scambi per qualcosa da buttare. Un minutino di microonde e torna in vita (voi, il contrario).



giovedì 26 luglio 2012

KARBOUSH


DOVE: Via Stazio, 18 ang. Via Padova – mm Pasteur, tel. 022610226

QUANTO: a partire da 2,5 euro.

PER: egiziofili

DA PROVARE: il mix di verdure con riso o bulgur


Karboush è all’angolo tra via Padova e via Stazio, ed è anche nell’angolo più multietnico di Milano. Qui la concentrazione di kebabbari è davvero elevatissima – forse superiore ai cinesi in Chinatown ­– e noi ogni volta ci chiediamo se il primato spetti a via Padova o a viale Monza. Qualcuno vuole azzardare una risposta?
Ci dicono che il kebab di Karboush sia molto buono, forse uno dei più buoni, e viene via con 2,50 euro, ma noi dinanzi alle ghiottonerie della vetrina abbiamo deciso di lanciarci in un pranzo più opulento.

Il bulgur era finito – ma l’avevamo assaggiato in precedenza ed era ottimo – quindi al suo posto abbiamo preso del riso (stipato in una scodella gigante con il mestolo!) da accompagnare a polpette di carne (non si riesce a saperne di più), pollo giallo con peperoni cipolle e mix di verdure (sugosissime e belle unte) che comprendeva anche foglie di vite e zucchine ripiene. Ci siamo accomodati fuori, protetti da tre cespugli di “millicucchi”(nome ragusano) una pianta che cresce in tutta la zona Mediterranea e che in questo angolo di Milano ha trovato il suo habitat.
Per goderci al meglio la giornata assolata avremmo voluto ordinare una birra ghiacciata, ma è a dir poco impossibile perché al Karboush sono musulmani mooolto praticanti – diciamo solo che all’interno vengono trasmessi versetti del Corano! – e non troverete una goccia d’alcol nemmeno nello spruzzino per pulire i vetri.
Alla nostra sagace richiesta di birra si sono corrucciati, ma mai quanto alla domanda “possiamo pagare con la carta? E con i buoni?”. Questo dev’essergli sembrato il vero oltraggio perché hanno cessato di guardarci con bonario stupore e hanno iniziato a parlare arabo. A quel punto è stato difficile capire quanto costassero i piatti (dai 5 euro delle polpette e dei maccheroni al forno [questi meritano una parentesi quadra perché sono stati una vera cafonata italiana, però a nostra discolpa non era rimasto molto!] agli 8 euro). Non ci hanno messo in conto l’acqua o forse sì, non ci hanno fatto conti separati, ma a uno di noi sì. Io dovevo prelevare da giorni e per pagare sono ricorsa anche a tutte le monete di rame, mi sono bastate, quindi il pranzo non è stato per niente caro, soprattutto per cotanta bontà.
La tensione alla cassa è stata subito stemperata e annegata da un tè caldo alla menta – che ci aspettavamo simile a quello marocchino, in realtà è da zuccherare a parte e non ha la menta fresca – e degli ottimi milkshake alla banana al sapore d'infanzia felice – che avevamo adocchiato al tavolo accanto e credevamo una tipica bevanda bianca chiamata forse "stum". Per favore, provatelo il milkshake, fatelo per noi.
Al Karboush si stacca veramente, al punto da pensare di essere al Cairo in vacanza, la gente si rilassa, fuma il narghilè alla caramella (questo l'odore che sprigionava), si muove lenta e chiacchiera. I camerieri invece (che spesso sono al contempo cuochi-cassieri-giardinieri) sono i soli che escono e rientrano continuamente dal locale agitandosi e sfoderando magliette sempre più sudate sulle pance. 

Che altro dire del Karboush? Lì non ci si va, ci si butta. Ed è molto, molto bello.

mercoledì 25 luglio 2012

PANE AL PANE VINO AL VINO


DOVE: Via Tadino 48 (MM Lima), tel. 022046300

QUANTO: impossibile spendere meno di 10 euro (cioè primo+acqua)

PER: specialità piacentine

DA PROVARE: gnocco fritto e pasta fresca

Pane al pane vino al vino è, ahinoi, overbudget. Non perché i piatti siano a tutti gli effetti così costosi, ma perché non propone nessun menu di mezzogiorno, e questo è un peccato. È un peccato innanzitutto perché la cucina è buona e non troppo pretenziosa, e poi perché è un locale carino, casereccio e molto curato allo stesso tempo, e ci si può pure sedere all'esterno, il che è sempre un gran piacere, soprattutto se tra voi ci sono fumatori. 

Il menu si apre con una lista dedicata allo gnocco fritto: vanno dai 9,50 agli 11,50 euro. Lo gnocco è davvero buonissimo, così come non vi deluderà ciò che lo accompagna. Potete scegliere tra salumi misti piacentini, culatello, gorgonzola panna verde e stracchino di Milano. Va giù che è una meraviglia, e in zona non ci sono molti locali che lo propongano. È ghiotto e grasso, come tutti meritiamo. I primi se la giocano tra gnocchi, tagliatelle fresche (davvero buone), tortelli e ravioli. Era tutto ok, anche se le mie tagliatelle al ragù di verdura un poco deludenti (ma solo per quanto riguarda il condimento). Tra i secondi abbiamo frittate (cipolla o zucchine), bresaola, trita cruda di cavallo, cotoletta e così via (vanno tutti dai 9 euro ai 18,50). Ci sono anche piatti fuori menu che vi vengono annunciati nel momento in cui vengono a prendere le ordinazioni. I piatti per vegetariani sono affiancati da un simpatico contrassegno.

Il pranzo si è aperto con un piatto di raspadura lodigiana offerta dalla casa e divorata in pochissimo (anche perché il pane tardava ad arrivare e noi si moriva di fame). Ed è continuato in bellezza, sebbene con grosse limitazioni, anzi, sempre la stessa, quella di non avere abbastanza danaro da godere appieno. La frequentazione del locale infatti è abbastanza lontana dalle nostre maglie macchiate di sugo: c'erano giacche e signore perbene che assaggiavano fieramente financo il dolce (avevano davvero un bellissimo aspetto). Pane al pane vino al vino accetta i buoni pasto e ci ha pure fatto un poco di sconto per evitare lo sbattimento della conta del buono. Ci hanno salutato con calore, probabilmente inteneriti dalle nostre scarpette questa volta in versione doppia: con pane e con gnocco fritto. 

Inutile dire che i nostri piatti sembravano passati dalla lavastoviglie. Quindi, amici, Pane al pane vino al vino è consigliata. Se offre il capo, meglio. 

martedì 24 luglio 2012

PIZZA MUNDIAL


DOVE: Piazza Bottini 2 (MM Lambrate), tel. 02 70600385

QUANTO: trancio di pizza 2,20 euro. Un trancio di focaccia genovese 0,80 cent, due tranci un euro.

PER: chiunque, ma davvero

DA PROVARE: un trancio a caso va benissimo

Pizza Mundial è imprescindibile. Tanto che sarebbe inutile soffermarsi sulla qualità delle pizze, sul loro gusto, il loro peso, la loro consistenza. E sarebbe altrettanto inutile paragonarlo a qualunque altro locale di pizza al trancio. Chiedete in giro: tutti conoscono Pizza Mundial. Chiedete cosa ne pensano, sentirete le risposte più diverse e incredibili. C'è chi ne decanterà il soffice impasto e chi continuerà a sostenere che l'ingrediente segreto è il Castrol con il quale vengono unte le teglie. Realtà e mito si intrecciano al Mundial, come si confà a qualunque cosa si possa chiamare grande. 

Benvenuti al Pizza Mundial. Le sue porte sono sempre aperte, nel senso che non le ha. Sia luglio o gennaio, niente vi impedirà di fare capolino davanti a quel bancone pieno di vivande e commesse. Per questo al Mundial entra chiunque, anche se non ha fame e ha solo voglia di scaldarsi un po'. Puoi andarci da solo, se non hai amici, tanto solo non sarai. Non di rado coppie di piccioni entrano per una visita e nel momento in cui ti appoggerai all'esterno del locale, di fronte alla vetrina, a mangiare il tuo trancio, l'immancabile rom ti farà compagnia. Ti chiederà dei soldi, e quando da benpensante borghese gli proporrai con sfida di comprargli qualcosa da mangiare (evitando qualsivoglia logica di racket), lui sorprendendoti ti dirà di sì. 

Come è bello il Mundial, che quando ti giri vedi la stazione di Lambrate, così provinciale anche dopo il restyling. Che ti importa se sul cartone ti hanno appoggiato una margherita o una pizza al pesto? Chi se ne frega del capello impigliato nel pomodoro, in fondo non potrebbe essere uno dei tuoi (se li hai)? Perché non dai importanza a ciò che è davvero importante? Il Mundial c'è, e c'è sempre stato.

C'era quel giorno che hai perso un treno che non ripasserà. C'era quando la tua tipa ti ha tradito, quando ti hanno bocciato a chimica organica, e quando invece ti hanno promosso. C'era quando l'hai baciato, prima che lui adolescente scappasse per prendere il regionale ed essere a casa per cena. C'era quando avevi solo due euro in tasca, e sei riuscito a ricavarci quattro tranci di focaccia. C'era quando non passava la 54. C'era di mattina, c'era il pomeriggio. E le sue luci al neon hanno riscaldato tante tue attese. C'era, e ci sarà sempre, almeno fino a quando l'equadorena dietro al bancone non ti chiederà cosa vuoi e non ghligliottinerà il tuo trancio (ammirate il modo in cui inveiscono sulla pizza, vorreste lo facessero per ore). 

Il Mundial è unico, ma ce ne sono due. Ne trovate un secondo non troppo lontano da lì (sta in via Bottesini), nel quale potete, a differenza del buon Pizza Mundial di cui abbiamo parlato, anche sedervi e assaporare diversi piatti. Pertanto merita una recensione a sè, che forse un giorno avrà. 

venerdì 20 luglio 2012

LA SCHISCIA DI GIULIA

Giulia è stata la prima ad aderire alla nostra iniziativa con ben due ricette per schiscette.


INSALATA DELLA GRECIA IN CRISI


INGREDIENTI per 1 PERSONA:
6-8 Pomodorini ciliegia
1 Cetriolo tagliato a cubetti
Olive verdi in base al proprio reddito
Mozzarelline o feta tagliata a cubetti
Eventuali aromi (basilico fresco)



La preparazione è elementare. Dovete buttare tutto in un contenitore. Se volete che riesca ancor più povera optate per un ex barattolo di gelato, magari Lidl. E shakerate, amici.
Senza dimenticare di condirla con un po' di olio d'oliva, sale, pepe e aceto balsamico.
Ps è senza cipolle per evitare di piangere ulteriormente.




FARRO IN BIKINI


INGREDIENTI per 1 PERSONA:
Farro precotto 80-90 grammi - 12min. circa di cottura
1/2 gambo di sedano tenero (testatelo con la foto di un orfano ucraino)
1 carota piccola
Capperini
1 arancio
Gamberetti (anche quelli nel vasetto di vetro, sì, quelli che sembrano larve!)
Aromi (prezzemolo o menta)



Fate bollire il farro in acqua salata, grattugiate la carota, tagliate 1 gambo piccolo di sedano a rondelle sottili. Sbucciate mezza arancia a vivo (poveretta), togliendo la pellicina che ricopre gli spicchi, tagliatela a fettine e utilizzate il succo dell'altra metà per il condimento. Mischiate il tutto al farro cotto e raffreddato. Quindi aggiungete un cucchiaio di capperini, i gamberetti, gli aromi sminuzzati. Olio d'oliva, sale, pepe e quel famoso succo d'arancia (se non si è rovesciato nel mentre).



giovedì 19 luglio 2012

RICETTE PER SCHISCETTE

Ci si pensava da un po'. È solo il 19 luglio, ma il blocchetto dei buoni pasto è piatto come la pancia di Kate Moss. I soldi scarseggiano, e non c'è modo di farne, almeno legalmente. Almeno per ora. Inoltre fa caldo, e qualche giorno uscire a pranzo è troppo, perfino per noi. E poi non scherziamo, il gelato come sostitutivo del pasto è una soluzione che funziona solo su Tg2 Salute. Ecco che in questo mood di lamentele siamo lieti di annunciare la nostra prima (forse anche unica) rubrica: Ricette per schiscette.


Siate allegri! Tutti i milanesi (di nascita o adozione), sanno cos'è una schiscetta. Schiscia per gli amici, trattasi di quel contenitore contenente appunto il pranzo, da portare al lavoro. Per alcuni è una necessità, per altri una religione, per altri ancora un'arte raffinatissima. Per noi? Noi mangiamo spesso in giro, si sa. Ma ogni tanto ci piace pure cucinare. E allora, considerato che molte persone ci citano spesso il pranzo portato da casa, abbiamo pensato: perché non consigliare qualche schiscia ogni tanto? 


Lo faremo. E poi forse vi chiederemo aiuto. Anzi, sicuro. Per cui se avete qualche ricetta da consigliarci, mandatela al nostro indirizzo mail.


Un saluto amici!







venerdì 13 luglio 2012

Mondo Rosa Shokking per Doveandiamoinpausapranzo


Mondo Rosa Shokking ci ha fatto una bella intervista, oggi online.
La trovate proprio qui.

Buon week end a tutti!

giovedì 12 luglio 2012

AI GIARDINI - PAPRIKA & CANNELLA


DOVE: Via Settala, 2– Porta Venezia, tel. 022049650

QUANTO: Da 8 euro

PER: chi non chiede nulla

DA PROVARE: i maccheroncini tonno melanzane e pomodorini (quando ci sono)


Non vi piace la Paprika e anche la cannella vi schifa? Fa niente, tanto qui non le troverete. Non c’è nulla di esotico in questo bistrot, e nemmeno niente del bistrot, a parte il rosa anticato delle pareti abbinato a un grigio scuro e delle tovagliette a pois (peccato che siano di cerata!).
Se è periodo di climatizzazione vi verrà chiesto se preferite rinfrescarvi o mitigarvi, noi abbiamo optato per la seconda scelta che corrisponde alla zona centrale della galleria. Sì, perché varcare la soglia di Paprika e Cannella è come addentrarvi nel traforo del Monte Bianco, nessuna finestra, nessuna fonte luminosa se non artificiale. Penserete che almeno i vostri occhi stanchi si riposeranno, abituandosi alla penombra, e invece no, avrete abbandonato il monitor dell’iMac per fissare un tv color lcd di almeno 40 pollici.

Bando alle ciance, ordinate. Le proposte del giorno stanno in un fogliettino di carta fotocopiato e infilato nel menu grande più o meno come i bigliettini che vi infilavate nelle maniche durante i compiti sui paradigmi greci. Più che proposte potremmo chiamarle imposizioni perché in totale non arrivano a dieci. I pochi primi sono a 6 euro, i secondi tra i 10 e i 12, il tutto acqua e caffè a parte. In alternativa c’è sempre la pizza, un po’ secca ma non orribile, cotta nel forno a legna e cara come l’oro (margherita a 6,5 euro) o le insalate a 10 euro.
I camerieri, vestiti di tutto punto e sorvegliati attentamente dal proprietario, vi incuteranno un desiderio di fuga fortissimo accentuato dallo sguardo mesto della tigre appesa alla parete e dagli altri quadri monocromi che danno un tono al locale.
C’è un sacco di gente che mangia da sola, quindi se vi è rimasta un po’ di allegria fatevela subito passare per non mortificarli.

I miei maccheroncini melanzane, tonno e pomodorini erano al dente, buoni e abbondanti. Mentre l’insalata di pasta, per quanto fatta al momento, era un mix piuttosto casuale – tonno, wurstel, carote, uova, olive e gli immancabili sottaceti che fanno effetto condiriso. Un flop. Invece, la paillard con gli spinaci (spadellati con olio, aglio e peperoncino) è stata promossa, dopo essere stata suggerita dal cameriere con un “tu hai la faccia da paillard!”
Sul tavolo vi attende anche una focaccia untissima e totalmente senza sale, insipida come la nostra pausa pranzo di oggi.
Per uscire dovrete affrontare gincane e labirinti che nemmeno alla casa degli specchi, scoprirete però il ristorante ai giardini dove forse prima o dopo farete una cena aziendale con in palio kit golf da ufficio.

Repubblica per Doveandiamoinpausapranzo

Se vi capita di sfogliarla, oggi siamo su Repubblica, nelle pagine di Milano. C'è un articolo di Lucia Landoni che parla di blog e sopravvivenza cittadina, e trovate anche il nostro. Inutile dire che siamo contentissimi!
Ps pag. 15 :)

martedì 10 luglio 2012

MONG KOK, WANG JIAO o THE CORNER MILANO UNO


DOVE: Via Felice Casati 7 (MM Porta Venezia), Via Padova 3 (MM Loreto), tel. 0287280596

QUANTO: menu pranzo da 5, 7 e 10 euro.

PER: cucina cinese freschissima, non banale e in porzioni notevoli

DA PROVARE: tagliatelle di riso casalinghe e pentola di fuoco.

Ok, è inutile mentire, ne sappiamo poco. È che a Milano ci sono due ristoranti cinesi gemelli, accumunati dal logo, una specie di cubo scomposto che sarà la versione hipster di un qualche idiogramma ovviamente incomprensibile. Uno sta a due passi da Porta Venezia, l'altro all'inizio di via Padova. Sono comparsi un giorno e sono entrambi molto buoni. Magari qualcuno di voi può aiutarci a fare chiarezza. Quello che sappiamo viene dai biglietti da visita. Quello del ristorante in Porta Venezia è bianco e chiama il locale The corner Milano uno. Quello del ristorante di via Padova è verde e lo chiama Wang Jiao. Quando cercate nel web però, lo stesso locale si chiamerà Mong kok. Non capiamo niente di cinese? È un complotto? By the way, andiamo avanti.

Benvenuti da Chicchesia Cinese, un posto che non vi deluderà. La clientela è prevalentemente asiatica. A dire il vero, una sera (eh sì, ci siamo stati anche per cena) eravamo gli unici europei e io per la prima volta ho visto due lesbiche cinesi e ho realizzato che l'omosessualità è qualcosa di universale e che siamo tutti frateli, ma mi fermo qui prima che Cecchi Paone tenti di mettersi in mezzo. Andateci per pranzo e sarete felici. Potete scegliere tra tre menu, tutti comprensivi di acqua, caffè e alcuni piatti selezionati (per gli altri, aprite la carta, non siate spilorci come noi). Con cinque euro vi accaparrate un primo. Con sette un secondo. Con dieci la combo primo e secondo. Sono abbondanti, quindi andateci piano, anche se la digestione è spensierata come cogliere una pratolina in maggio. 

Tutto è freschissimo, ed è fatto al momento. Per questo serve un po' di tempo. Insomma, non è uno di quei ristoranti cinesi in cui i piatti arrivano dopo due minuti, e qualche volta arrivano per conto loro, camminando. Anche i sapori, sono diversi. Il fritto è poco spinto, il riso con verdure e gamberi delicatissimo (un pochino insipido forse? Salsa di soia come se piovesse), la carne è proprio buona e non sprecherete battute su cani, gatti e quant'altro. Il manzo, semplicemente, è manzo. E il maiale anche. I locali ambiscono al design, ma con un po' di goffaggine. Il bagno del ristorante in Porta Venezia, è interessante. Fateci un giro e poi ammirate le fotografie appese alle pareti: troverete modelle in posa all'interno di quello stesso bagno. È necessario farsi domande? Io dico di no, che va bene così. 

Qualcosa di negativo? Non saremo mai troppo buoni. Allora va be, diciamo che oggi, a chi ha preso il menu primoesecondo, è arrivato il secondo molto prima del primo, ambitissimo in quel momento, poiché il riso asciuga qualunque salsa e, in generale, abbonda sulla bocca degli stolti. Altro non direi. Se scegliete il menu a la carte avrete in regalo (la sera il coperto è due euro) delle fette di gustosa anguria. In inverno non sappiamo cosa, ma si spera frutta caramellata, della quale andiamo ghiottissimi. Prima di pagare, prendete qualche zuccherino dalla scatola di fianco alla cassa. E poi andate in pace. Avete speso poco, e mangiato bene. Meglio di così.

Ps Anche se solo alla carta, provate almeno una volta la pentola di fuoco. Continua a cuocere, e lei con voi. Per tutta la notte.





lunedì 9 luglio 2012

Libero.it e Doveandiamoinpausapranzo

Anche libero.it ha parlato di noi. Trovate il loro articolo qui.
Che dire, se non sempre grazie? :)


Ps domani, una recensione. Cascasse il mondo (ma anche no). 

giovedì 5 luglio 2012

OSTERIA QUI DA NOI


DOVE: Via G. Fara, 10 (MM Centrale, MM Gioia, MM Repubblica), tel. 0249634201

QUANTO: menu pranzo 11/13 euro (acqua inclusa, caffé no)

PER: ricette interessanti, anche se non economicissime

DA PROVARE: il pesce

L'Osteria qui da noi è un buon posto, soprattutto per la stagione in corso. L'aria condizionata non è troppo forte ed è possibile scegliere tra un sacco di piatti, sia caldi che freddi. Oggi quello che c'era in menu ci piaceva tutto, ed essendo in sette, è partito l'assaggio selvaggio. Ecco allora una forchettata di fusilli alla positanese (olive taggiasche, pomodorini, menta, mozzarella), un angolino di burrata, un po' di pesce spada alla griglia, qualche gnocchetto al sugo di pesce, un pretenzioso raviolo al salmone dalla pasta nerissima e altre cose a caso, alcune delle quali affumicate.

L'Osteria qui da noi, ne ha un po' per tutti. Quando ci si siede (è meglio se prenotate, soprattutto se siete più di due, perché ultimamente pare sia sempre piena) arriva un minuscolo antipasto offerto (ci mancherebbe) dalla casa. Oggi consisteva in due cubetti di frittata di un centimetro, e una specie di salsina rosa contenete del pesce e delle carote alla julienne. Non è niente di che, ma fa piacere e aiuta a placare un attimo la fame. Assieme al pane, che è molto buono. Quindi è tempo di scegliere. Il menu contenente pesce sta a 13 euro, gli altri a 11. Ogni piatto (a meno che non sia un'insalatona) comprende un primo e un secondo, insieme. Non dosi ciclopiche, ma comunque riempitive.

Il cibo è buono, e ben cucinato. Le materie prime sono fresche e gustose. Niente che vi capiterà in bocca vi farà rimpiangere di esserci andati. Certo, forse potrebbe essere un poco più abbondante, visto il prezzo che comunque non è bassissimo, ma questo passa al convento (anzi, quel posto là, da loro). Il menu include l'acqua. Il servizio non è stato velocissimo, abbiamo aspettato una ventina di minuti prima che ci portassero da bere. Ma oggi era una giornata incasinata, c'erano grandi tavolate di persone felici che alle due e un quarto ancora stavano sedute a ciarlare come non ci fosse un domani. Sembrava quasi di essere in vacanza, e invece.

Abbiamo sboiato ogni cosa, come sempre. Chiesto un caffè che però dopo dieci minuti ancora non arrivava, e allora siamo andati a pagare. Due parole sul locale? Abbastanza spazioso, mattoni a vista, un po' nuova york, un po' casale di campagna. Piatti di tre colori diversi (nero, bianco e trasparente), non male. Peccato per le tovagliette e l'immagine coordinata, che potete ammirare anche sul biglietto da visita: lo shape di quattro tizi vicini, che ricorda un po' una campagna del PD. Ma non fermatevi alle apparenze, non è il PD.

Dai, un salto se lo merita. In fondo accetta i buoni pasto anche la sera!

Solferino28 e Doveandiamoinpausapranzo

E così, hanno parlato di noi. Non c'è molto da aggiungere, l'articolo lo trovate qui.
I commenti demolitori ci hanno portato una quantità di visite inimmaginabili, per cui ringraziamo soprattutto chi ha sparato sul nostro progetto senza pretese. Il nostro unico scopo era quello di diffondere questa pagina, in modo da renderla sempre più utile. E bella.
Ci siamo sicuramente riusciti.
Grazie ai nostri nuovi lettori, e a quelli che hanno letto le nostre digestioni dall'inizio.
A presto, ragazzi!

lunedì 2 luglio 2012

MIYAKO


DOVE: Via San Gregorio 33 (MM Centrale, MM Repubblica, MM Porta Venezia), tel. 0229513908

QUANTO: menu pranzo da 9 euro in su

PER: un sushi senza infamia né lode

DA PROVARE: il purè freddo, una vera rarità

Passiamo da mesi di fronte a questo ristorante di sushi, ma non eravamo mai entrati. Vuoi perché da fuori non si vede assolutamente quello che poi ti aspetta, vuoi perché mediamente i menu sono più cari rispetto ad altri sushi della zona, vuoi perché ogni tanto comunque ci piace mangiare con la sana e vecchia forchetta. Sta di fatto che finalmente l'abbiamo provato.

Quando entri ti sembra che un pub irlandese e una trattoria giapponese si siano amabilmente accoppiati, dando origine a uno strano luogo, un po' buio, che si divide tra quadri raffiguranti geishe e il classico bancone di legno, dietro al quale troneggiano tutti i tipi di alcolici esistenti. Il locale era quasi vuoto e questo un po' ci ha fatto titubare. Ma noi siamo persone coraggiose, e per la causa ci siamo immolati ancora una volta. Abbiamo iniziato a guardare i menu disponibili, e abbiamo ordinato. Sushi, Uramaki, salmone alla griglia, e così via. 

Va detto che a differenza degli altri sushi qui attorno il menu riserva una serie di piccole (gradite?) sorprese. Oltre alla portata principale e alla classica quanto sempiterna snobbata zuppa di miso, sui nostri vassoio si presentavano, nell'ordine: un minuscolo piattino di alghe, una porzione di riso saltato con gamberi, un involtino, un piattino contenente un acino d'uva e uno spicchio d'arancia, una scodella di purè freddo. Quest'ultimo ha spaccato la nostra tavolata, nel senso che qualcuno l'ha definito orripilante, qualcuno ottimo. Cosa possiamo dirvi? Vi tocca provarlo. Nel menù è esclusa l'acqua, ma inclusa una tazza di te verde, da consumare durante il pasto, oppure un caffè per il dopo.

Il sushi non era particolarmente gustoso. Gli uramaki risultavano parecchio stopposi per il troppo riso, ancora un poco tiepido. I nigiri non erano male e il salmone era abbastanza buono, anche se non molto abbondante. La cameriera si presentava prontamente ogni qualvolta venisse terminato uno dei tanti piattini. Essendo in quattro con una media di cinque piattini a testa, praticamente, è sempre stata lì. Che possiamo dirvi: per il costo che ha è abbastanza evitabile. Però insomma, se ci capitate, non vi succederà niente di brutto.