DOVE:
Via Rosolino Pilo 20 – mm Porta Venezia
QUANTO:
primo 6,50/secondo 8,50.
PER:
magnoni
DA
PROVARE: tutto!
Vi siete
sempre chiesti dove vanno a mangiare tutti quegli uomini in abito
grigio, camicia bianca e cravatta, quelli con una bella panzona che
prima di entrare al ristorante si allentano la cintura di un buco,
che ordinano sempre più di una portata, il caffè e anche il
grappino, che salutano il gestare dandogli del tu e parlando degli
ultimi risultati del calcio. Bè, quelli vanno da Giannino.
Si
accasciano sulla sedia come se arrivassero da Timbuktù a piedi e si
gettano sul menu come se fosse l'abbraccio della loro vecchia nonna
risorta per l'occasione.
Non
stupitevi se la percentuale di donne nel locale non supera il 5% o a
volte nemmeno il 3, c'è una logica spiegazione e ve ne accorgerete
quando arriverà il vostro piatto: le porzioni. Non sono certo
porzioni da femminuccia! I piatti di pasta per esempio sono almeno
150 gr, altro che dieta.
Nel mio
immaginario l'Abruzzo è una regione tutta boschi – addirittura con
qualche orso bruno – mi sembra quindi più che normale che dopo
aver faticato a tagliar pini, cercare funghi e rastrellare il
sottobosco sia necessario riacquistare le forze con della gran
carnazza, del vino rosso e più in generale con quantitativi
generosi. Ed è proprio quello che accade da Giannino l'angolo
d'Abruzzo, anche se volendo essere pignoli è più l'angolo di via
Melzo.
Il
locale è molto piccolo in apparenza, perché vanta delle altre sale
che io non sono riuscita a geolocalizzare. Noi abbiamo
visto solo degli accoglienti tavoli di legno ricoperti dalle
classiche tovaglie a scacchi bianchi e rossi, uno stuolo di camerieri
(forse sudamericani) rapidissimi e abilissimi a non incrociare il tuo
sguardo, e la superba edera di plastica sulle pareti. Ci teniamo a
farvi notare che sul soffitto, quello a pannelli quadrati che tanto
ricorda l'aula d'informatica delle medie, l'edera era disposta a
spirali, una per pannello.
I piatti
proposti comunque sono spesso belli pesi (e non tutti necessariamente
abruzzesi), quando ci siamo andati noi abbiamo tentennato tra
tagliatelle al ragù e mezzemaniche alla Norma (poi risultate
vittoriose!), mentre tra i secondi ha avuto la nostra approvazione la
polenta con zola e ragù (abruzzese), anche se l'arista al forno non
sembrava niente male.
Appena
avrete ordinato non lasciatevi tentare dalle fette di pane che già
riempiono il cestino accanto a voi, pazientate un secondo perché vi
verrà portato un altro cestino pieno di altrettante fette però
colanti d'olio d'oliva. Una manna, che però vi renderà quasi
impossibile l'impresa di finire tutto. Per fortuna non dovrete
attendere molto, i piatti arriveranno subito.
Le
mezzemaniche erano davvero buone, le melanzane belle fritte, il
pomodoro dolce al punto giusto e il formaggio impastava il tutto
perfettamente. Se non avessi avuto un altro impegno per cena avrei
chiesto la doggy bag per portarmi a casa la metà che ho avanzato
(non temete a chiederla nessuno strabuzzerà gli occhi o storcerà il
naso). Anche la polenta era molto gustosa e la si mangiava con una
certa soddisfazione, quella che si ha in rifugio dopo aver salito e
disceso le cinque montagne vicine affrontando i pericoli della pista
nera.
Peccato
che noi avessimo a malapena disceso due rampe di scale.
Se non
riuscirete a finire il piatto preparatevi a sguardi interrogativi e a
richieste di rassicurazione sulla sua bontà, se invece avete
mangiato vi sfidiamo ad alzarvi, ma solo dopo aver chiesto il conto
al tavolo, perché qui funziona così, lo dicono i cartelli alle
pareti.
Buon
pisolino, ne avrete bisogno.
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