DOVE: Via San Gregorio, 17 –
Porta Venezia, tel. 3209211057
QUANTO: a partire da 10 euro
PER: vegetariani, vegani, macrobiotici & Co.
DA PROVARE: la panzanella
Sono cresciuta tra cibo
biologico e intolleranze ai latticini. A merenda tutti i miei compagni si
ingozzavano di Kinder Brioss – facendo anche il botto per aprirle – e io mi
dovevo accontentare delle crostatine al farro gusto ciliegia: color segatura,
senza burro, né latte, né uova, con poco zucchero e una crosticina di
marmellata. Capite bene perché preferissi di gran lunga mangiarmi una
bruschetta e perché ho sempre odiato i compleanni.
Detto questo, quando hanno
aperto la rosticceria naturale vicino all’ufficio ho deciso di affrontarla con
la solita apertura mentale. All’epoca poi ero anche “pescetarian”.
Ci ho messo un po’ prima di
decidermi, perché il posto non riscuoteva il minimo successo tra i colleghi e
perché mia madre mi ha impartito un’educazione con pochi dogmi, ma uno di
questi era che i macrobiotici sono tutti di color marroncino come quello che
mangiano.
Ma il giorno di provare
Alhambra arrivò.
Il proprietario iniziò a
sbracciarsi quando imboccammo via San Gregorio da Piazza Cincinnato, per poi
chiamarci e invitarci a entrare quando smettemmo di essere grandi quanto
formiche. Noi ovviamente ci siamo lasciati sedurre dal suo seitan alla
pizzaiola e dal tofu marinato.
Il cibo si sceglie dalla
vetrinetta, i dolci hanno una bella cera, ma non sono arrivata a provarli, mi
sono accontenta di riempire la mia vaschettina con farinata, panzanella, peperoni
e un riso con le carote, anche se ero tentata da tante altre verdurine.
Ci si accomoda al tavolo e
ci si appresta a un pasto sano, accompagnato da litri di tè depurativo,
disponibile gratis e a volontà. Se la stagione lo permette potete anche sedervi
sui tavolini all’esterno, è inoltre contemplata anche l’opzione take-away.
La panzanella era davvero
buona, il resto passabile (nella farinata si sentiva la farina!), non
particolarmente saporito, ma molto pesante. Sia nel senso che mi ha dato un
terribile senso di sazietà e gonfiore, sia nel senso che il tutto è venduto a
peso e che la farinata avendo lo stesso peso specifico del piombo mi è costata
un occhio della testa.
Ricordo che mentre ce ne
andavamo alleggeriti nel portafogli il proprietario ci disse che ci avrebbe
mandato uno sconto speciale per tutto l’ufficio, lo ricordo perché fu l’unica
volta in cui ho lasciato a qualcuno la mia business card. Bè, quest’offertona
non è mai arrivata però da un paio di mesi è disponibile un menu pranzo. Essendo
a 15 euro, noi non ci abbiamo più messo piede. Anche perché i nostri buoni
pasto non li vogliono nemmeno vedere – probabilmente hanno qualche proteina
animale al loro interno.
Sento l'amaro sapore dell'attesa delusa nelle aspettative.
RispondiEliminaLa dittatura della soia :)
RispondiEliminaCi lavoro quasi davanti e spesso è l'alternativa alla SuperPizzaSlurposa del Panificio a due civici di distanza.
RispondiEliminaUnto è unto, non c'è che dire ma ultimamente, dietro nostri commenti riguardo, l'asticella dell'olio sembra essersi abbassata e stabilizzata.
Le verdure non sono male, anche se tendono a sapere tutte di curry!
Giona68