DOVE: Stazione Centrale, te. 026705743
QUANTO: 7 – 15 euro
PER: chi mangia sempre e solo in scatola.
DA PROVARE: Jako e Shrimps Wonton
Restaurare la stazione centrale è senz’altro motivo d’orgoglio per la giunta comunale, ma per farla splendere in tutta la sua marmorea bellezza sono stati compiuti espropri e soprusi. C’è gente che ha perso tutto. Una cinquantina di barboni si sono ritrovati sfollati dall’oggi al domani. Senza il letto, senza lavoro – sì, stare lì per loro era anche un lavoro – e cosa peggiore senza locale per l’aperitivo. Per non parlare di tutti quelli che avranno perso il loro freccia rossa trovando la piazza transennata e senza nessuna Arianna per riuscire a raggiungere il binario giusto.
Noi però ci abbiamo guadagnato. Finalmente possiamo mangiare noodle e cibo thai in scatola, proprio come nei film americani. Milano è diventata New York. Possiamo aprire box di carta misteriosi che si impilano benissimo anche nelle borse fatte di amido di mais e infilarci dentro i bastoncini senza remore. Fiduciosi, perché tanto tutto ha lo stesso gusto cartone. Tolto il Nasi Goreng, che quello ha la salsa curry madras che copre tutto.
Quindi è inutile che perdiate dieci minuti a consultare il menu come se fosse la Pizia, scegliete quello che costa meno. Perché se superate il budget del vostro buono dovrete usarne due e qui non vi danno il resto. Sarete costretti a tenere lo scontrino che andrà ad aggiungersi a quelli dei regali di Natale che forse non andranno bene, a quello della lavanderia e a quelli con cui pagate la colazione da Boscovich da mesi (a breve un articolo al riguardo)e lo sapete anche voi che dall’orgia di scontrini sono in pochi a uscire.
Provate a chiedere il resto, la cassiera vi dirà “ti faccio un buono così puoi ritornare”. Sì torneremo se tutta la soia transgenica non ci costringerà a dire addio alla pausa pranzo per sempre o se uno degli antipastini fritti non ci obbligherà a non allontanarci mai più dal cesso. Torneremo, ora però datemi la tisana al finocchio dei russi che devo digerire i funghi e lo zucchero di palma.
Non chiedete la cocacola perché non c’è, vi proporranno Pepsi in lattina. Ma non prendetela male sarà un’ottima occasione per bere il Seven Up. Proprio lui, quello che per tutte le elementari avete continuato a chiamare la Zup e il cui cambio di sesso ha destato in voi paura e sospetto. Confessatelo, non l’avete più comprato per paura contagiasse anche voi.
Il wok però ce l’ha un pro pazzesco, oltre alla consegna a domicilio, ovvio. Non dovrete portare con voi il contegno perché sul vassoio che poggerete sul tavolo bianco lucido c’è la tovaglietta di carta. Così sarete liberi di grufolare senza ritegno, tanto tutto cadrà al posto giusto e i vostri rumori verranno coperti dal brusio di sottofondo, dalla signorina alla cassa che griderà “cinque”, “cinqueeee”. Ehi ma il cinque sono io, vado!
Che dire... decente, ma la mia idea del pranzo va un po' oltre, soprattuto per quanto riguarda il contesto. Non pretendo tovaglie a quadretti e trecce di aglio selvatico alle pareti, ma devo dire che qui l'ambiente è parecchio castrante. Si lo so, siamo "nella" Centrale, per eccellenza il non-luogo del via-vai milanese, ma un posto così anonimo e impersonale è davvero difficile da mandare giù. Passatemi il paragone: mangiare da WOK è come andare al cesso dell'Autogrill, nel senso che si può godere esclusivamente della dimensione pratica del gesto che si compie. E sia ben inteso, niente da dire sulla qualità del cibo (comunque non eccelsa) ne su quella del servizio. È semplicemente che mettere le gambe sotto al tavolo per me è tutta un altra cosa.
RispondiEliminaL.