DOVE: Via Boltraffio, 12 (mm2 Garibaldi - mm3 Zara)
QUANTO: da 7 euro
PER: illusi
DA PROVARE: limitatevi al caffè
Ricordo un giorno quando alla mia vicina capitò una grossa perdita al rubinetto dell'acqua in giardino, un amico nel tentativo di ripararla allagò persino il garage. Per non parlare di tutte le volte in cui mio padre sistema qualcosa risolvendo il problema tecnico ma causando grossi problemi estetici (vedi applicazione di interruttore 15 x 10 cm nel mobile della cucina), cosa volevo dire? Che se non sai fare una cosa non è il caso che ti improvvisi a farla, continua a fare ciò che sai fare bene. Ma ora veniamo alla pasticceria Tre Chicchere.
Non dev'essere aperta da molto, forse non ha ancora affrontato un'estate – si spiegherebbe la mancanza di aria condizionata che contribuirà a trasformare la vostra maglietta in un sudario – e il bel design degli interni con pallet appesi al soffitto dai quali pendono fili colorati con palle in vetro, molto scenico! Anche i tavolini sono belli, in legno e acciaio, squadrati e minimal, così piccoli che basterebbe una sola tovaglietta da colazione per uno, anche se apparecchiano con due. L'ambizione cool è ribadita dalla presenza di varie copie di Urban (dove tra l'altro trovate anche l'inserzione del locale).
Se vuoi essere cool però non decorare i piatti con l'insalata in busta, perché quando uno vede quei rami di carota secca, che hanno perso persino il loro arancione (figuriamoci le vitamine!), il pensiero che fa non è: "fico!".
Anyway, si chiama pasticceria, però si propone di farvi pranzare con vari menu: PANINO 7 euro - PRIMO a scelta tra insalata di riso, insalata di farro, insalata di orzo 7 euro - LIGHT 9,5 euro. Tutti comprendono una pietanza, il suddetto abbellimento di insalata in busta, caffé acqua e pasticcino. Potrete scegliere anche un più economico frullato, 3 euro.
Sciaguratamente, in un momento di fame acutissima, ci siamo lasciati ingolosire dagli involtini di pollo ripieni di provolone e paté di pomodorini secchi o olive nere... per poi scoprire che si trattava di 5 fette di affettato di petto di pollo in busta che si attorcigliavano attorno a del formaggio, come l'edera infestante alle cascine abbandonate. Se lo scegliete fuori menu sappiate che costa 8,5. Lo strudel di verdure cha faceva sempre parte delle opzioni "per chi vuole rimanere leggero" ha deludeso le aspettative quasi al pari degli involtini, mentre l'insalata di riso era una normale insalata di riso con mais, piselli, carote e tonno. Insomma il non plus ultra dello scatolame.
Diciamo che a questo punto augurarsi "buon appetito" è davvero superfluo, abbandoniamo i convenevoli per passare subito al caffè. Avendo comunque riempito la pancia esageratamente per una giornata con 34° (un menu e mezzo a testa, facciamola riprendere quest'economia italiana!) abbiamo pensato di saltare il pasticcino. Essendo però in menu ci siamo subito ravveduti decidendo di portarcelo per la merenda. Avvicinandoci alla vetrina dei dolci, che effettivamente fa gola, abbiamo scoperto che erano di dimensioni lillipuziane e abbiamo deciso di concedercelo col caffè. Voi vi direte "che potrà mai fare un pasticcino dal volume di una noce?" Chiedetelo a un test glicemico.
Sciaguratamente, in un momento di fame acutissima, ci siamo lasciati ingolosire dagli involtini di pollo ripieni di provolone e paté di pomodorini secchi o olive nere... per poi scoprire che si trattava di 5 fette di affettato di petto di pollo in busta che si attorcigliavano attorno a del formaggio, come l'edera infestante alle cascine abbandonate. Se lo scegliete fuori menu sappiate che costa 8,5. Lo strudel di verdure cha faceva sempre parte delle opzioni "per chi vuole rimanere leggero" ha deludeso le aspettative quasi al pari degli involtini, mentre l'insalata di riso era una normale insalata di riso con mais, piselli, carote e tonno. Insomma il non plus ultra dello scatolame.
Diciamo che a questo punto augurarsi "buon appetito" è davvero superfluo, abbandoniamo i convenevoli per passare subito al caffè. Avendo comunque riempito la pancia esageratamente per una giornata con 34° (un menu e mezzo a testa, facciamola riprendere quest'economia italiana!) abbiamo pensato di saltare il pasticcino. Essendo però in menu ci siamo subito ravveduti decidendo di portarcelo per la merenda. Avvicinandoci alla vetrina dei dolci, che effettivamente fa gola, abbiamo scoperto che erano di dimensioni lillipuziane e abbiamo deciso di concedercelo col caffè. Voi vi direte "che potrà mai fare un pasticcino dal volume di una noce?" Chiedetelo a un test glicemico.
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